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Ammettiamolo
francamente! Se ne sentiva proprio la mancanza!
Stavolta,
tuttavia, sarebbe ingiusto andare a gettare la croce sull’emulazione
delle mode d’oltreoceano.
Qui da
noi l’enorme successo della novità non può che dipendere da
fattori rigorosamente autoctoni.
Vi
renderete conto, curiosando in Internet, che, novanta su cento,
questa nuova frontiera del "libero pensiero" punta
sull’informazione periodica (tipo notiziario autarchico on-line) e
sulla diaristica; due forme di comunicazione che debbono molto al
tipo di programmazioni sfornate in Italia dalla TV.
Sentendo
gracchiare i mezzibusti dei vari telegiornali, chiunque sia provvisto
di un minimo di autostima non può fare a meno di riconoscersi
consistenti doti giornalistiche. Poniamo che il genio incompreso
abiti a Roccasecca; comune (temporaneamente) sprovvisto d’un
proprio quotidiano. Per rimediare alla malasorte (che potrebbe averlo
confinato negli ultimi gironi della burocrazia impiegatizia), correrà
a registrarsi nel primo portale che trova per impegnarsi a
sputtanare, come meglio può, "fatti e misfatti" della
locale amministrazione.
L’abnorme
sviluppo registrato dalla diaristica dipende, invece (nessuno potrà
togliermelo dalla testa), dai contenuti della famigerata trasmissione
"C’È POSTA PER TE!" Un programma al cui confronto i
pettegolezzi da ballatoio diventano simposi di alta filosofia, e dove
si sprecano a pieno ritmo lamentosi appelli di cornuti restii
all’anonimato, sproloqui adolescenziali e tirate di anziani
afflitti dall’arteriosclerosi.
Ditemi
voi, se escludiamo il Blog, come altro potrebbe cercare di "sfondare"
una casalinga che nemmeno la più squinternata delle emittenti locali
s’è mai sognata di ospitare.
Riempire
gli spazi "graziosamente" concessici da un qualsiasi sito è
facile . Molto più difficile trovare chi sia disposto a commentarli.
Capita che possa farsi vivo l’assessore gratificato con epiteti
all’antitesi delle congratulazioni. O che i compaesani comincino a
prender gusto sulle uscite del "corvo" digitale.
Ma con
la donna di casa come la mettiamo?
Non
bisogna scoraggiare nessuno (diceva Mark Twain). Personalmente trovo
meritorio correre in soccorso di chi, pur di far conoscere i fatti
propri, s’affatica ad arrabattarsi con forme sintattiche che
stentano a superare l’efficacia del linguaggio per gesti. Ed è
questo il motivo che mi spinge ad apporre commenti in calce a
miscellanee di assai dubbia appetibilità.
Unico
neo nella pratica di questa meritoria missione: la mia distrazione.
Dimentico
ovunque le chiavi di casa. Semplice "quisquilia" al
confronto di quel che mi capita ogniqualvolta faccio spese al
supermercato, e dove non ho mai capito quale sia la vera ragione che
obbliga i proprietari di innocue bestiole a lasciarle lontane dalle
casse. Vi si vendessero animali domestici, capirei. Dicono che sia
tutta questione d’igiene. Ma a me resta il sospetto che i gestori
temano le conseguenze del fiuto canino; una prerogativa che,
consentita agli umani, renderebbe del tutto obsolete le sfacchinate
dei NAS.
Finisco
stracarico all’inverosimile e, sistematicamente, fuoriesco
tirandomi dietro il cane di qualcun altro. Talvolta la creatura
reagisce (e non è detto che non ci scappi qualche morso). Quando
lascia fare è peggio. Fatti un paio di isolati vengo rincorso da
sconosciuti urlanti, che scambio per forsennati fino a quando non mi
è chiaro che si tratta di proprietari cinofili convintissimi di
trovarsi alle prese con un patito della vivisezione.
Non vi
racconto queste cose per fare concorrenza agli autori dei diari
online, ma al solo fine d’invocare clemenza sull’imperdonabile
cazzata da me commessa ai danni di due innocenti frequentatrici di
blog.
I rigori
della privacy m’impediscono di dilungarmi sui connotati delle
interessate (che peraltro salterebbero agli occhi di ogni lettore
normalmente attento). Contrassegnerò quindi le diariste in:
memorialista n. 1 e memorialista n.2.
Memorialista
n.1
Aveva
editato un brano autobiografico incentrato sulla coraggiosa
ammissione di essere un’autentica frana come cuoca. Una volta in
cucina, la poveretta non riusciva più a raccapezzarsi e commetteva
fesserie una peggiore dell’altra. Il fatto che le riuscisse di
operare periodiche esternazioni circa i suoi fallimenti culinari
consente di avanzare seri dubbi sull’ipotesi che potesse convivere
con qualcuno. Il gatto (confessa) l’aveva abbandonata da tempo e,
non fosse per l’esistenza del fast food sotto casa, lei stessa se
la sarebbe vista più brutta di quel che narra.
Memorialista
n.2
Confessione
di donna alle prese con partner che lascia alquanto a desiderare
(termine blando ed edulcorato per significare che al tizio non gli si
rizza nemmeno).
Dio m’è
testimone che avevo predisposto per ciascuna i commenti e gli
incoraggiamenti più appropriati. Disgrazia ha voluto che, imbranato
come sono, abbia fatto un po di confusione al momento dell’invio in
rete. Per cui, arrivato alla voce "scrivi un commento",
guardate quel ch’è successo.
Commento
al diario n.1
Sono
sventure che fanno più vittime di quanto si creda. Ma non è il caso
di disperare per il fatto che cose, quantunque trattate con la
massima cura, e sottoposte ad impegnative manipolazioni, ben lungi
dal raggiungere l’aspetto desiderato, finiscano col trasformarsi in
pastrocchi mollicci ed impresentabili.
Fantasia!
Ecco quel che le occorre. Scommetto che lei si dedica a certe imprese
tenendosi addosso il grembiule da cucina. Male! Malissimo! Dovrebbe
operare indossando vestaglie trasparenti e distogliendo del tutto la
mente dai fornelli. Qualora, pur adottando siffatte elementari
precauzioni, le cose non dovessero accennare a migliorare, faccia un
ultimo tentativo: spenga la luce!
Commento
al diario n. 2
Tutto
dipende, a mio modesto avviso, dalla capacità di raggiungere quel
giusto grado di perizia che impedisca, quanto meno, di rovinare
irrimediabilmente ciò che si ha sottomano. Ci vuole, vivaddio,
infinita pazienza, perseveranza, ma anche e soprattutto tantissima
pratica, che è consigliabile iniziare ad accumulare fin da bambine.
Non basta, in altri termini, aver visto all’opera i propri
genitori, o anche aver curiosato sui comportamenti dei vicini. Per
evitare insuccessi e fregature impari a diffidare da quanti si
affannano a decantarle la loro merce. Non dimentichiamo che, non di
rado, "l’apparenza inganna". Prima di portarsi in casa
certi generi di prima necessità è buona norma, quindi, soffermarsi
a valutarli, tastarli e soppesarli molto accuratamente.
Altra
regola d’oro? Quella della massima applicazione. So di donne che
fanno certe cose guardando la televisione; quando addirittura non le
interrompono per andare in bagno; azioni imperdonabili mentre si è
alle prese con lavori che richiedono, spesso, ore di assoluta
concentrazione.
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